lunedì 19 novembre 2007

Baby Down

E’ stata da poco realizzata la prima bambola down al mondo. L’associazione down spagnola ha spiegato che tale iniziativa è tesa alla rassicurazione dei bimbi down che avranno finalmente un bambolotto simile a loro e servirà agli altri bambini per capire il rispetto della differenza ed il rispetto per tutti gli esseri umani (notizia del 31 ottobre 2007 su vari quotidiani nazionali). Per agevolare tale scopo, le bambole saranno sia in versione femminile che maschile ed avranno un librettino di istruzioni dove sarà riportato ciò di cui ha bisogno un bimbo down, ad esempio le attività che possiamo far fare a Baby down per stimolarne i 5 sensi e migliorarne le capacità. Parte del ricavato dalla vendita di tale bambola sarà devoluta all’associazione spagnola down. Questa ci sembra una buona idea, come l’ormai vecchio cicciobello nero, crediamo però, che l’integrazione si debba promuovere nella vita di tutti i giorni e sul campo, ciò vuol dire per i più piccoli giocando, stando a scuola insieme e in un parco giochi. TU Cosa ne pensi ? Compreresti o comprerai Baby Down ai tuoi figli?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo la medaglia dell'educazione alla tolleranza e all'integrazione ha due facce e non tutti guardano quella giusta. Ciò dipende da vari fattori, non esclusivamente caratteriali e/o personali. Infatti le variabili possono essere rimandate all'esempio ricevuto in famiglia sulla tolleranza (o intolleranza), ad un lavoro fatto a scuola sul rispetto della diversità, non soltanto di tipo razziale.

Potenzialmente tale strumento (la bambola DOWN), se non indirizzato correttamente da un progetto di classe o familiare, del tutto fine a se stesso, potrebbe invece prestare il fianco come rinforzo ad un atteggiamento di intolleranza tramite una presa in giro più manifesta (i bambini sanno essere innocentemente "crudeli" anche nei giochi) della categoria stessa.

Per esperienza professionale diretta ritengo fuori luogo la commercializzazione di una categoria fin troppo bistrattata e presa in giro, la mercificazione di un dolore cosi' grande come quello di vivere con una persona down e di esserne genitore e responsabile.