Un bambino su due, secondo una ricerca effettuata dalla Società italiana di Pediatria, nella fascia di età che va dai 2 ai 5 anni, soffre di disturbi del sonno. Tali disturbi si manifestano con difficoltà a prendere sonno e a mantenere il sonno notturno senza frequenti risvegli.
Tale problema, non grave a livello medico, non rimane limitato esclusivamente al bambino ma, essendo di difficile gestione, può alterare i ritmi e la serenità di tutto il nucleo familiare.
E’, però, importante distinguere i disturbi dal sonno propriamente detti, dalla difficoltà di addormentare il bambino se questi è malato (febbre, raffreddore, tosse) oppure se questi dorme male perché digrigna i denti o emette lamenti durante il sonno. In questo caso, fino a che continua a dormire, il bambino va lasciato riposare serenamente, infatti queste abitudini sono del tutto personali e tendono a sparire con il tempo.
Lo stesso comportamento va tenuto nel caso in cui il bambino si dovesse svegliare nel cuore della notte gridando e sbarrando gli occhi. Questo fenomeno, denominato “pavor nocturnus”, equivale ad una crisi di terrore con cause non ben chiarite. Importante è non svegliarlo violentemente ma rassicurato con dolcezza e calma. La crisi passa sola e non ha conseguenze, anzi, quasi sempre il bambino non ne conserva la percezione né il ricordo.
I disturbi del sonno tendono a sparire spontaneamente dopo il 5° anno di età, ma possono essere migliorati secondo alcune regole di comportamento che facilitano il rilassamento e, quindi, il riposo notturno.
Le regole che possono aiutare a regolarizzare il ritmo sonno-veglia sono le seguenti, in ordine di efficacia:
1) Orario: il bambino andrebbe abituato ad andare a letto sempre alla stessa ora.
Questa regola aiuta il bambino a fare in modo che il proprio orologio biologico impari a funzionare secondo un ritmo ben preciso.
2) Abitudini della serata: il bambino, almeno 2 ore prima di accingersi a dormire, non dovrebbe fare giochi che possano agitarlo (lotta, capriole); inoltre andrebbe creata intorno a lui un’atmosfera rilassante, di luci soffuse, di rumori di sottofondo (se impossibile evitarli), di lettura di una fiaba con toni bassi e concilianti.
Questa regola aiuta il bambino a non avere un pericoloso accumulo di adrenalina che non favorisce il sonno.
3) Il bambino non dovrebbe consumare un pasto serale né troppo abbondante, con cibi pesanti, né troppo parsimonioso.
Questa regola aiuta non tanto a far addormentare il bambino quanto a fargli mantenere il sonno notturno che, problematiche di digestione, potrebbero interrompere. Un pasto insufficiente, al contrario, può creare problemi proprio nella fase dell’addormentamento, in quanto il senso di fame non aiuta il rilassamento.
4) Se il bambino le accetta, sarebbe auspicabile precedere il sonno con una bevanda calda, un bicchiere di latte, una camomilla, una tisana rilassante.
Questa regola, oltre a far rilassare il bambino per le proprietà calmanti delle bevande descritte, funziona come “coccola” che predispone il bambino ad un buon riposo notturno.
5) Cercare di creare intorno al sonno del bambino dei rituali fissi che ogni famiglia, a seconda delle proprie necessità, puo’ costruirsi. Un esempio potrebbe essere un bagnetto caldo e rilassante alla stessa ora.
Questa regola aiuta il bambino ad entrare psicologicamente nell’ottica che è ora di andare a dormire e che la giornata è finita.
6) Evitare assolutamente di far addormentare il bambino nel letto dei genitori e portarlo poi nella sua camera.
Questa regola mira ad evitare questa errata abitudine che potrebbe procurare altre problematiche. Infatti se il bambino si dovesse svegliare all’improvviso e non ritrovarsi nel posto in cui si è addormentato potrebbe incorrere in una piccola crisi di ansia e paura che allontanerebbe il sonno.
E’ molto frequente che attuare questa regola sia, da parte del genitore, molto difficile. Infatti il bambino potrebbe iniziare a piangere a causa del distacco. A questo punto è consigliabile lasciare il bambino nella stanza, ovviamente corredata da una lucetta antibuio, a piangere per 1 minuto, poi entrare, rassicurarlo e riuscire. Se piangerà ancora, si aspetteranno, stavolta 2 minuti prima di rientrare e riassicurarlo e riuscire. A ogni rientro, gli intervalli di tempo devono essere sempre crescenti. Di solito, nel giro di 7/15 giorni, il bambino impara a vincere l’angoscia della separazione dei genitori.